
MISTERI DELLA STORIA
IL MISTERO DELLE CARTE GEOGRAFICHE
Uno degli enigmi più affascinanti della storia, che fa nascere nuovi interrogativi sulle civiltà antiche del nostro pianeta, è quello scaturito dal ritrovamento di alcune mappe geografiche che gettano una nuova luce e offrono una nuova chiave di lettura sulla storia della civiltà umana.
Infatti negli anni '60 è stata ritrovata un'antica mappa geografica risalente all'anno 1513, realizzata da Piri Reis, cartografo e Ammiraglio esperto di navigazione, a Costantinopoli (vedi foto 1). Il documento è sicuramente autentico, come confermato da numerosi studiosi. Questa mappa mostra, in modo estremamente dettagliato, la costa occidentale dell'Africa, quella orientale del Sud America e la costa settentrionale dell'Antartico.
Gli storici che hanno studiato la mappa sono rimasti sbalorditi, poiché il continente dell'Antartico è stato scoperto dall'uomo soltanto nel 1818; come può essere quindi possibile che questa parte del mondo sia inclusa in una mappa disegnata ben 300 anni prima? E comunque, il vero enigma non è nemmeno questo; il mistero più grande è che la mappa rappresenta la linea costiera dell'Antartico in condizioni di disgelo, e non coperta dai ghiacci così come la conosciamo adesso. La geologia moderna ha stabilito che questa parte di terra è rimasta in condizioni di disgelo tra il 13.000 e il 4.000 a.C., e che successivamente è stata interamente inghiottita dalla cappa di ghiaccio che tuttora la sovrasta. La domanda quindi è : come ha potuto Piri Reis rappresentare un continente non solo non ancora scoperto dall' uomo, ma addirittura nelle condizioni in cui si trovava millenni prima? Piri Reis ha in parte risposto a questa domanda, annotando di proprio pugno sulla carta che la sua mappa era semplicemente una copia di numerose altre carte sorgente risalenti a tempi più remoti, depositate presso la Biblioteca Imperiale di Costantinopoli, alla quale lui aveva un accesso privilegiato. Egli insomma non aveva fatto altro che compilare la sua mappa copiando dati, non rilevati personalmente, da altri disegni originali. E la cosa è stupefacente, poichè la mappa mostra la topografia subglaciale, ovvero il reale profilo della Terra al di sotto del ghiacciaio che oggi lo ricopre, ghiacciaio spesso, in quella zona in particolare, la bellezza di un chilometro e mezzo! Infatti soltanto nel 1949, tramite il metodo sismico a riflessione, la scienza moderna è riuscita a mappare e cartografare la costa effettiva che si trova sotto i ghiacci, e corrisponde con precisione, in modo sconcertante, a quanto riportato dalla mappa di Piri Reis.
La scoperta di questa mappa è sensazionale, in quanto apre nuovi interrogativi e mette in dubbio quanto stabilito unanimamente dagli storici, cioè che le prime civiltà umane siano cominciate verso il 3000 a.c. nel Golfo Persico. Infatti, se la mappa in questione riporta con precisione questi dati incontrovertibilmente esatti, si deve quindi ipotizzare che una civiltà molto più antica sia vissuta sulla Terra... una civiltà estremamente avanzata ed evoluta, tanto da essere in grado di effettuare rilievi cartografici delle masse terrestri, una civiltà che deve essere esistita necessariamente nell'arco di tempo che va da 13.000 a 4.000 anni a.C.
Si potrebbe osservare che, per quanto la somiglianza tra la mappa e l'effettiva conformazione dell'Antartico sia sconcertante, potrebbe trattarsi di una semplice coincidenza, ma questa rivoluzionaria ipotesi sembra essere confermata dal ritrovamento di altre carte geografiche medievali, probabilmente disegnate copiando altre carte sorgente risalenti a tempi molto più remoti. Nel 1959 lo studioso Hapgood si trovò ad esaminare il mappamondo disegnato da Oronzio Fineo nel 1531, e rimase di stucco nel constatare di aver trovato una carta fedele ed autentica dell'Antartico. La carta è molto precisa e ricca di dettagli, con catene montuose ben delineate e solcata da fiumi soprattutto nelle zone costiere, mentre la parte interna risulta priva sia di fiumi che di montagne, quasi a suggerire che fosse coperta di ghiaccio, laddove la parte costiera è sicuramente rappresentata in condizioni di disgelo. In particolare nella zona chiamata il mare di Ross, oggi coperta dai ghiacci, vengono mostrati numerosi estuari, ampie insenature e fiumi. A confermare l'esattezza di questa stupefacente mappa, e quindi a sostegno della tesi di una antichissima civiltà sconosciuta estremamente avanzata, nel 1949, durante una spedizione antartica, vennero estratti dei sedimenti in corrispondenza del mare di Ross. Questi rilevarono una serie di strati che riflettevano condizioni ambientali diverse in epoche differenti, e numerosi strati erano composti da sedimenti ben assortiti a grana fine, come quelli che vengono portati in mare da fiumi che scorrono in territori con clima temperato. Inoltre, utilizzando il metodo della datazione con lo ionio, i ricercatori stabilirono oltre ogni ragionevole dubbio che fino a circa 6000 anni fa nell'Antartico esistevano veramente grandi fiumi che trasportavano sedimenti a grana fine... Queste enigmatiche carte costituiscono un preziosissimo aiuto per gli studiosi, mostrando che l'Antartico, che nelle carte moderne appare come un'unica enorme massa terrestre ininterrotta, sia in realtà al di sotto dei ghiacci costituito da un arcipelago di grandi isole divise da un principale canale navigabile e un grande numero di fiumi e insenature, come confermato dalla rilevazione fatta nel 1958.
Infine, a rendere il mistero ancora più fitto, si aggiungono i ritrovamenti di altre carte riguardanti l'Antartico, come quella di Philippe Buache, un geologo francese del diciottesimo secolo, anche questa basata su carte sorgente realizzate forse migliaia di anni prima, e quelle di Mercator, il più famoso cartografo del sedicesimo secolo. Tutte queste mappe mostrano questa parte della Terra come dovevano essere in epoche diverse: infatti la mappa di Buache mostra l'Antartico così come doveva apparire quando non era ricoperto nemmeno dalla più piccola quantità di ghiaccio. E' allora possibile che l'Antartico possa essere stato rilevato ripetutamente nell'arco di diverse migliaia di anni, mentre la cappa di ghiaccio si espandeva a poco a poco dall'interno verso l'esterno? Le fonti originarie della mappe di Piri Reis e di Mercator sembrano indicare una rilevazione fatta verso il 4000 a.C., quando solo le coste erano libere dai ghiacci; la fonte della carta di Oronzio Fineo, invece, sembra risalire a tempi più remoti, quando la cappa di ghiaccio era presente solo nella parte più interna del continente, e infine la fonte della carta di Buache sembra collocarsi in un periodo ancora più antico, intorno all'anno 13.000 a. C., quando ancora nell'Antartico non vi era traccia di ghiaccio.
In aggiunta al mistero dell'Antartico, la mappa di Piri Reis del 1513 mostra con grande precisione la geografia dell'America del Sud, sollevando altri interrogativi che sembrano suffragare la tesi di una antichissima civiltà sconosciuta preesistente:
- L'isola di Maranà, alla foce del Rio delle Amazzoni, viene mostrata nella mappa, ma l'isola fu scoperta soltanto trent'anni dopo, nel 1543;
- Le isole Falkland compaiono nella carta, alla latitudine corretta, ma sono state scoperte soltanto nel 1592;
- Nella mappa si trova una grande isola a est dalle coste del Brasile che oggi non esiste; quest'isola “immaginaria” si trova proprio sopra la dorsale medio-atlantica suboceanica dove oggi si leva dalle onde il piccolo arcipelago di San Pietro e San Paolo, composto da cinque piccole isolette e dieci scogli (vedi foto 2); è possibile che quando la carta sorgente fu disegnata il livello dei mari fosse molto più basso rispetto ad oggi, e quindi in quel punto ci fosse davvero una grande isola?
Ancora, dalla mappa compilata nel 1559 dal cartografo turco Hadji Ahmed, viene mostrata con estrema chiarezza una striscia di terra larga milleseicento chilometri che unisce l'Alaska alla Siberia. Questa terra esisteva realmente, come confermano i geologi, ma fu sommersa dall'innalzamento dei mari alla fine dell'ultimo periodo glaciale. Tutte queste mappe su menzionate, insieme ad una rappresentazione cartografica cinese incisa su una colonna di pietra nel 1137, mostrano un altissimo livello di conoscenza scientifica da parte di chi le ha redatte.
In conclusione, queste scoperte sembrano suggerire che una o più civiltà a noi sconosciute siano esistite molte migliaia di anni fa, civiltà che avevano costruito strumenti meccanici progrediti (nel mondo moderno, il metodo di calcolo tramite longitudine e latitudine fu messo a punto soltanto nel 1761), e che eccellevano anche nella scienza matematica. Infatti, per rappresentare con esattezza una mappa geografica piatta bisogna chiaramente tenere conto che la terra è sferica, e quindi il trasferimento dei dati cartografici su una mappa piatta può essere fatto solamente per mezzo di un procedimento matematico complesso noto con il nome di proiezione sulla carta. Gli antichi cartografi dovevano quindi essere brillanti matematici, poiché per determinare le esatte posizioni dei luoghi e delle loro distanze è necessaria la conoscenza della triangolazione geometrica e della trigonomia sferica...Questa o queste civiltà dovevano essere sparse per tutto il globo, o comunque devono avere cercato di consegnare questo retaggio di conoscenze prima che si perdessero le tracce del loro passaggio sulla Terra.
Mappa di Piri Reis Arcipelago di S.Pietro e S.Paolo – Il Faro


